È noto che l’applicabilità alle società a partecipazione pubblica delle procedure concorsuali è stata a lungo controversa. Già prima dell’avvento del TUSP si era comunque ampiamente consolidata in dottrina l’opinione favorevole, per tutte le società a partecipazione pubblica, alla fallibilità, alla possibilità di accesso al ...
di Monica Cossu, Professore ordinario di Diritto commerciale nell'Università degli Studi di Sassari
Lo scritto indaga i principali problemi esegetici scaturenti dagli artt. 2086 c.c. e 3, 375 e 377 c.c.i.i. in relazione al paradigma di adeguatezza degli assetti nella prospettiva di prevenzione della crisi. Le innovazioni apportate sono esaminate sia in relazione al diritto societario, sia al diritto delle imprese (individuali), sia al diritto della crisi, nel raffronto con il sistema 231 e con ...
di Francesca Vessia, Professoressa ordinaria di Diritto commerciale nell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Il lavoro analizza la nuova disciplina concernente i poteri degli amministratori durante le nuove procedure di regolazione della crisi, con specifico riferimento al concordato preventivo, e il regime delle corrispondenti responsabilità nei confronti dei vari soggetti legittimati. Alcune riflessioni conclusive sono dedicate ai possibili spazi di intervento per un’ulteriore ...
di Armando Santoni, Ricercatore in Diritto commerciale nell'Università degli Studi di Firenze
Il lavoro affronta gli strumenti di negoziazione della crisi recentemente introdotti nel Codice della Crisi e dell’Insolvenza italiano. Vengono esaminate tutte le disposizioni rilevanti e vengono offerte proposte di soluzione alle principali questioni relative ai doveri e alle responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nella negoziazione sotto la direzione dell’esperto ...
di Giorgio Meo, Professore ordinario di Diritto commerciale nell'Università Luiss Guido Carli
La responsabilità dell’attestatore nel diritto delle crisi di impresa, in sede civile e penale, nel prisma della giurisprudenza italiana. Nel lavoro sono analizzate le diverse fattispecie di attestazione omissiva o non conforme, sia nei rapporti tra le parti, sia verso i terzi («responsabilità da contatto sociale»).
di Luigi Salamone, Professore ordinario di Diritto commerciale nell'Università di Cassino e del Lazio Meridionale
Il lavoro si occupa della fine dell’attività del fondo comune d'investimento diversa dal procedimento di liquidazione giudiziale per insolvenza. In difetto di una normativa ad hoc la ricerca verte, anzitutto, sulle soluzioni di diritto positivo alle principali criticità che emergono nella fase di liquidazione volontaria del fondo comune. Quindi, lo studio indaga la ...
di Filadelfio Mancuso, Professore associato di Diritto commerciale nell'Università degli Studi di Messina
Il saggio affronta il problema della punibilità dell’amministratore di fatto nei reati di bancarotta. Invero, sia la legge fallimentare che il nuovo codice della crisi dell'impresa e dell’insolvenza non disciplinano la categoria dei soggetti di fatto per i reati fallimentari, che, tuttavia, sono reati propri. Nel silenzio del legislatore si registra l'opera suppletiva ...
di Alfonso Laudonia, PhD Student in Gestione finanziaria di impresa e prevenzione della crisi nell'Università Mercatorum Professore a contratto di Procedura penale nell'Università Telematica Pegaso
Conformemente alla giurisprudenza di legittimità in materia, la sentenza in commento afferma il principio di diritto per cui, ai fini della sussistenza dei termini d’uso di cui all’art. 67, comma 3, lett. a), L. Fall. e dell’applicazione della relativa fattispecie di esenzione da azione revocatoria, è possibile fare riferimento anche a termini diversi rispetto a ...
di Federico Sacchi, Avvocato in Milano
Lo scritto esamina la questione della ricorribilità per cassazione del decreto che denega l'omologa del piano del consumatore, interessandosi anche di come l'impugnazione è stata oggi disciplinata nel c.c.i. Vengono poi analizzate le questioni della natura di atto unilaterale del piano del consumatore – nonché la sua causa, prendendo le mosse dall’elaborazione ...
di Elena Bruno, Avvocato in Napoli
Prendendo spunto da una recente decisione del Tribunale di Roma, vengono esaminate due distinte questioni. La prima concerne l’individuazione del tipo di attività svolta dal conduttore perché possa ritenersi sussistente in suo favore la prelazione prevista dall’art. 38, 1° comma, L. 27 luglio 1978, n. 392; la seconda, invece, riguarda l’applicabilità ...
di Edoardo Milazzo, Dottore in Giurisprudenza nell'Università degli Studi di Catania